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Monastero Mater Carmeli Biella
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Route vocazionale diocesana

Testimoni del "sì"

Sulle strade della vita. Testimoni della Sinfonia del "Sì"

dal giornale locale "il Biellese" del 1 maggio 2007

 

"Route diocesana vocazionale: Giovani, in cammino.

La route diocesana, da tre anni un appuntamento fisso del calendario diocesano [...] l'incontro dei 24 giovani che hanno voluto mettersi in cammino ha avuto come partenza il Monastero Mater Carmeli di Chiavazza, per poi proseguire verso la Chiesa parrocchiale , sempre di Chiavazza dove ad attenderli c'era il parroco , D. Remo Baudrocco, che ha raccontato la propria esperienza vocazionale, come prima avevano fatto le Suore Carmelitane e in seguito, nella tappa successiva, le Suore di S.Giuseppe dell'Istituto S.Caterina di Biella. [...] Lo stupore, il senso di novità, la bellezza del cammino di gruppo, della conoscenza e della condivisione delle attività quotidiane con gente appena conosciuta, oltre alle profondità delle riflessioni, aleggiavano su tutti. [...] Ogni momento, ogni incontro con consacrati, consacrate, comunità, è stato per tutti un'occasione di riflessione interiore."

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Prima tappa: le Monache Carmelitane

Chi siamo, da dove arriviamo, perché siamo qui a Biella Chiavazza?

Profezia, apertura e disponibilità, insieme con tanta fede hanno dato vita all'apertura del Monastero in Biella Chiavazza, intitolato a Maria, "Mater Carmeli".

Progetto che ha inizio nel 1991, nel pensiero del fondatore allora vivente, della Casa del Giovane di Pavia, Don Enzo Boschetti,già carmelitano. La sua proposta profetica lanciata alla nostra Comunità di origine in Carpineto Romano (Roma), proponeva qualcosa di più di un semplice gemellaggio spirituale: una presenza concreta a fianco di una delle sue Comunità, perché la preghiera potesse raggiungere anche "visivamente" i giovani accolti.

La concretizzazione di questa "idea"si è avuto il 4 giugno 2005 : ora nel Monastero siamo presenti in quattro Sorelle, da poco si è unita a noi una postulante.

Terminata la ristrutturazione della vecchia cascina, che già aveva accolto con D.Enzo i primi giovani con disagi da uso di sostanze,nella zona chiamata per anni il "Bronx",è avvenuta man mano la trasformazione anche dello spazio circostante, ora divenuto "zona Croce"...un nome che già vuol indicare un'oasi non di fuga e di nascondimento, ma di preghiera e di pace interiore;un'oasi aperta a quanti vogliono passeggiare pregando, fermarsi meditando, uno stacco dalla solita routine per scoprire posti nuovi ,fuori e dentro se stessi.


Cosa fa di concreto la nostra Comunità carmelitana?

Prestiamo a Dio le braccia per rendere tangibile, quotidiano, questo abbraccio divino, accogliendo tutti e ciascuno personalmente, per condividere momenti di preghiera:la cappella è sempre aperta e chi lo desidera può unirsi al nostro canto, alle nostre celebrazioni.

C'è poi lo spazio per una accoglienza più personale e diretta, nei luoghi del monastero adibiti a questo ( i parlatori), e negli orari indicati ( 9-11,30 ; 16,00- 17,30).

Il Monastero è simbolo di un luogo sacro dedicato totalmente a Dio, è per questo che è "protetto" dalla clausura: nella zona in uso per la Comunità non c'è possibilità di accesso per una visita "turistica", ma i luoghi per l'accoglienza si trovano vicino l'ingresso ( foresteria) e sono a disposizione per chiunque voglia fermarsi per sperimentare un full immersion nel silenzio e nella preghiera anche per una intera giornata.

I monasteri carmelitani nel mondo sono 3529, (di cui 74 in Italia con 885 monache), per un totale di 47.626 monache di vita contemplativa: questo Carmelo vuole essere un fanalino di coda di questa grande tradizione.


routediocesana07-1.jpgCome abbiamo scoperto la nostra vocazione e perché abbiamo detto sì?

Mi chiamo Sr Rita Mary, ho 39 anni,vengo dalla Nigeria, sono in Italia da 15 anni: quattro anni come missionaria dell'Immacolata P.Kolbe e undici anni come monaca carmelitana.

Ho scoperto la mia vocazione molto presto, nel momento della prima Comunione e da allora ho cercato di custodirla come dono, pur facendo la normale vita di ragazza con gli amici di scuola e di parrocchia.

Voi vi chiederete che cosa ho sentito di così particolare!

Ho sentito che Gesù era un amico vero e poteva essere bello vivere sempre in amicizia con Lui.

Dopo la scuola ho lavorato per quattro anni per vedere se il desiderio che continuavo a sentire nel cuore fosse solo passeggero, ma in quel posto di lavoro la chiamata a seguire Cristo diventava sempre più forte.

Continuavo ad interrogarmi sulla scelta di vita ma anche avendo sperimentato la possibilità di poter scegliere la vita di matrimonio, ho preferito scegliere Cristo: la chiamata era troppo forte in me!

Così sono entrata tra le missionarie dell'Immacolata a Bologna,ma quel posto non era ancora il mio posto, quello che Dio aveva scelto per vivere la mia vocazione.

La preghiera e l'aiuto del sacerdote mi hanno aiutato ad arrivare al Carmelo e qui ora sperimento che è il luogo che il mio cuore ha sempre desiderato.

Sono missionaria non direttamente andando in giro avvicinando le persone, ma rimanendo ferma nel monastero: è la preghiera che viaggia,con la preghiera sento che sono vicina ad ogni uomo che soffre, ad ogni uomo che ha bisogno.

Alcune volte mi chiedo come mai il Signore mi ha chiamato ad uscire dalla mia terra per vivere in un monastero in Italia!

La risposta la trovo nella Sacra Scrittura: anche Abramo, il nostro padre nella fede ha lasciato la sua terra, senza sapere dove Dio lo stava portando. Abramo si è fidato e noi guardando a lui impariamo a fidarci a nostra volta di Dio.

Così anche la mia vita messa nelle mani di Dio diventa un segno: segno che Dio ci conduce, segno che Dio si prende cura dei nostri desideri di felicità, segno di una fraternità universale, segno del centuplo che il Signore dona proprio quando si accetta con fede di lasciare tutto ciò che è "nostro" per accogliere ciò che Lui ci propone.

 

ritateresina.jpgC'è una figura di santità che vi ha aiutato e tuttora vi ispira a vivere la vostra vocazione?

Sentiamo molto vicina la figura di una giovane santa francese:S.Teresa di Gesù Bambino ( Maria Francesca Teresa Martin ) nata il 2 gennaio 1873 ad Alecon (Francia);ultima di nove figli, cresciuta in una famiglia serena, circondata da affetto, anche se segnata e provata dalla perdita prematura della mamma, che muore di tumore quando lei aveva quattro anni.

È Teresa stessa che ci ha lasciato il racconto della sua vita in quelli che vengono chiamati "Scritti autobiografici- Storia di un'anima", nei quali esprime la sua gratitudine a Dio per i doni ricevuti nel corso della sua vita.

Vita che è stata intensa e vissuta a tempi di record .Teresa di Gesù Bambino, con linguaggio limpido e fresco parla del suo modo di pensare e vivere traboccante di grandi desideri.

C'è un episodio particolare della sua infanzia che ci descrive: di fronte ad un cesto che conteneva molti giocattoli, invitata a sceglierne uno, esclamò: "Io scelgo tutto!"

Questo episodio è emblematico, perché anche nella vita sceglierà tutto: ricca di grande intuito spirituale comprende che la via sicura e diritta per realizzare la propria esistenza, oltrepassando prove e sofferenze senza rimanerne schiacciati, è quella di entrare in confidenza con Dio, scoprendolo come un Padre misericordioso e tenero verso chi si volge a Lui con confidenza.

Il suo desiderio, la sua "ansia apostolica", la spingono verso il Carmelo di vita contemplativa, dove si vive una missionarietà attraverso la preghiera e la semplicità di una vita fraterna comunitaria.

È giovane, ha solo 15 anni, ma è intrepida, durante un pellegrinaggio a Roma chiede al Papa Leone XIII ( 20/11/1887) di concederle il permesso di entrare in Monastero.

L'anno dopo, il 9/04/1888 entra nel Carmelo di Liseux

"Il Signore illuminava la mia anima, Egli mi dava anche l'esperienza degli anni" (dagli scritti autobiografici).

Vive al Carmelo fino all'età di 24 anni, muore il 30 settembre 1897 stroncata da una tubercolosi, a quell'epoca ancora non curabile.

I tempi record caratterizzano anche il suo dopo - morte: è dichiarata "santa" dal Papa Pio XI il 17 maggio 1925; due anni dopo è dichiarata patrona delle missioni; da Giovanni Paolo II è riconosciuta Dottore della Chiesa.

Lo scritto seguente sintetizza la sua corsa alla santità, all'Amore e può diventare anche per ciascuno di noi trampolino di lancio per una vita "altra" che Dio ha pensato per noi!

"Considerando il Corpo mistico della Chiesa non mi ero riconosciuta in nessuno dei membri descritti da SP.Paolo, o meglio volevo riconoscermi in tutti.

L' amore mi dette la chiave della mia vocazione. Capii che l'amore solo fa agire le membra della Chiesa, che se l'amore si spegnesse gli apostoli non annuncerebbero più il Vangelo, i martiri rifiuterebbero di versare il loro sangue. Capii che l'amore è tutto, che abbraccia tutti i tempi e tutti i luoghi, in una parola che è eterno...nel cuore della Chiesa, mia madre, io sarò l'amore. Così sarò tutto...! E il mio sogno sarà attuato!" (Scritto autobiografico B, 254).

 

Lungo il cammino della route


I giovani amici che abbiamo incontrato nel proseguire il cammino della route vocazionale si sono lasciati interrogare dall'esperienza vissuta.

Ti proponiamo le stesse domande, perché anche tu pur avendoci incontrato solo virtualmente, possa interrogarti e iniziare la tua personalissima route di vita.

Se vuoi puoi condividere con noi le tue perplessità o intuizioni... siamo qui!

  1. che cosa ti colpisce della vita monastica?
  2. c'è una frase letta che ti ha riscaldato il cuore?
  3. che senso ha secondo te la vita monastica?
  4. abbracceresti mai la vita monastica? Perché sì, perché no?

 

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