Un'amicizia che scalda il cuore
"Non voi avete scelto me , ma io ho scelto voi. Vi ho scelto perché portiate frutto. E porterete frutto se farete ciò che io ho fatto."
Ognuno di noi sa bene che non è il "dovere" che scalda il cuore.
Non è la legge che ci motiva nell'affrontare difficoltà e impegni.
E' solo l'amore la molla che fa sentire felici, pienamente vivi, realizzati.
Sentiamo il nostro cuore pieno di amore perché abbiamo incontrato il Signore della vita , il Maestro?
Dirci cristiani e non aver sperimentato la forza liberatrice di questo incontro con Gesù ci lascia tiepidi nel nostro vivere.
Rischiamo di vivere una fede da "cassetto": la tiriamo fuori quando serve e quando comincia ad ingombrare un po' la rimettiamo dentro.
L'amicizia con Gesù, invece, vuole aprirci ad un discepolato dell'amore e non del dovere, perché :
"Non voi avete scelto me , ma io ho scelto voi. Vi ho scelto perché portiate frutto. E porterete frutto se farete ciò che io ho fatto."
Ma che cosa ha fatto Gesù?
Non ha fatto altro che amare. Ha amato i suoi amici e ha amato i suoi nemici. Si è fatto prossimo di ciascuno.
Scoprire il volto di Gesù come il volto di un Amico nel quale specchiarsi e ritrovarsi: questa è l'amicizia che genera un discepolato dell'amore e ci fa sentire nel cuore l'urgenza di farci vicini, prossimi ad ogni fratello...non per dovere, non con il viso tirato, ma perché scopriamo nel fratello il volto dell'amico.
"Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi."
Teniamo bene a mente questo: "come ho fatto io così facciate anche voi".
Dice il proverbio popolare: "dimmi con chi vai e ti dirò chi sei".
Camminare con Gesù ci porta a ripetere i gesti di Gesù, a comportarci come Lui si è comportato, per essere riconosciuti amici suoi.
Dice la Scrittura: ognuno è, come è il suo amico.
L'amicizia vera porta gli amici non a "zoppicare" insieme, ma a cercare il vero bene gli uni degli altri.
L'amicizia vera parla con i gesti, con i silenzi, non con tanti schiamazzi: Gesù nel Cenacolo prima di donare ai suoi amici la sua ultima parola, ha donato il suo gesto di amore: si è abbassato a lavare loro i piedi. L'Amico scorge dove l'altro è sporco, non si ritira sprezzante, ma si china con amore per guarirlo e pulirlo.
"Vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri."
È Gesù che ci fa suoi amici. È Gesù che ci riscatta dalla condizione di servi. Perché Lui ci ha fatto conoscere tutto ciò che ha udito dal Padre.
L'amicizia con Gesù è un dono da chiedere, un dono a cui predisporsi cercando di ascoltare le Sue parole. È la Sua parola che ci fa entrare a far parte dei suoi.
L'amicizia di Gesù è un dono gratuito: non siamo noi che possiamo "comprarla" con il nostro essere buoni, bravi, perfetti.
Non siamo noi ad avere scelto Lui, ma è Lui che ci ha scelto.
Essere stati scelti vuol dire essere stati pensati e amati da Dio fin dall'inizio dei tempi: il mondo ancora non c'era e noi eravamo nel pensiero di Dio.
Amati dall'eternità e per l'eternità: questa è la piattaforma sulla quale si posa la nostra amicizia con Dio!
Allora: Gesù ci fa suoi amici, ci sceglie, ci dice che non siamo più schiavi, servi, quindi ci manda verso la vita perché portiamo frutto.
E questo frutto matura rimanendo innestati in lui. "Senza di me non potete far nulla".
Quando Dio chiama, dà vita a ciò che chiama. Quindi se ci ha chiamato amici ci ha donato, continuamente ci dona, la capacità di esserlo.
Questa settimana sia il tempo della riscoperta viva della nostra calda amicizia con Gesù!
Le vostre Sorelle Carmelitane
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