Si veglia per attendere qualcuno che si ama
Vegliare è attesa e sospiri, fantasia che viaggia verso ricordi passati e si proietta verso sogni futuri.
Tutto questo è vegliare: tutto questo è Avvento.
Io dormo ma il mio cuore veglia, ci dice la Scrittura.
La nostra vita non è forse un lungo dormire? Viviamo assopiti presi dal frastuono degli impegni, viviamo assonnati tra la monotonia di avvenimenti che non smuovono più le nostre emozioni…dolore, gioia, allegria, tristezza…se vissute con il cuore sono anch’esse luogo di incontro con il senso della vita, con l’Autore della vita, ma vissute lasciandole scivolare sulla pelle come abito da cambiare in fretta rischiano di confermarci nella nostra apatia spirituale.
La liturgia della Chiesa ci offre un tempo prezioso di veglia, per sviluppare al meglio- con l’aiuto dello Spirito – la nostra capacità di attesa, per testimoniare un’ attesa gioiosa e non fatalisticamente apocalittica.
- Chi attendiamo?
- Perché attendiamo?
- Per quanto dobbiamo attendere?
Attendiamo Colui che porta novità di vita, che porta salvezza e consolazione. Attendiamo il Dio del tempo e della storia. Attendiamo Colui dal quale ci sentiamo immensamente amati. Attendiamo Gesù, il Salvatore!
Attendiamo perché vogliamo essere uomini e donne toccati dalla grazia, cioè sanati nel profondo. Uomini e donne di speranza. Non vogliamo soffocare nello stretto spazio dell’attimo presente! Non vogliamo vedere spenta ogni luce all’orizzonte!
La voce dello Spirito torna a sussurrare nel cuore: “Attendi! Attendi con speranza, con la lampada accesa. Sii uomo, donna di pensiero, di carattere, di polso. Vai controcorrente perché non è nell’ anonimato della massa la tua salvezza”.
Senza timore lasciamo che la mano di Dio si posi durante questo tempo di Avvento, sulle nostre ferite interiori, sulle nostre delusioni e tristezze.
Può esserci ancora speranza di guarigione per me?
Può esserci ancora speranza di guarigione per il mondo?
Vegliamo in questa buio e il cuore ci sussurrerà la risposta: “ Sì, c’è ancora, c’è sempre speranza di vita nuova. Io , il Signore della vita sto per venire in mezzo a voi!”.
Emmanuele, Dio con noi, vieni a riempire i nostri vuoti, vieni a colmare le nostre valli!
Emmanuele, Dio con noi, vogliamo sperare contro ogni speranza, vogliamo donarti il piccolo spazio del nostro timoroso “sì” quotidiano, perché tu possa tornare a nascere, in noi!
Quanto dovremo attendere questa venuta?
Per Dio mille anni sono come un giorno solo. Pazienza dunque!
Vegliare è affinare lo sguardo e intravedere i segni dei tempi: vedere la salvezza di Dio che germoglia e porta frutto.
Veglieremo e attenderemo per quattro settimane, fino al prossimo Natale.Ma prenderemo la risoluzione di vegliare anche oltre, perché la sazietà non ci appesantisca e l’attenzione del nostro cuore non si affievolisca: ogni giorno apriremo così la porta all’Atteso che viene a trovarci.
Piccole note di palestra spirituale per il tempo di Avvento:
- Iniziare la giornata con un segno della croce carico di fiducia.
- Trovare un piccolo angolo di silenzio per leggere qualche frase della Scrittura.
- Mettersi in cammino come i magi, cercando di trovare la Stella indicativa di speranza tra le vicende alterne del quotidiano.
- Aprire gli occhi e il cuore alle necessità del fratello più prossimo.
- Chiudere la giornata con un grazie profondo.
Le vostre Sorelle Carmelitane
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