Palestra spirituale
Fratelli, fate molta attenzione al vostro modo di vivere, comportandovi non da stolti ma da saggi, facendo buon uso del tempo, perché i giorni sono cattivi. Non siate perciò sconsiderati, ma sappiate comprendere qual è la volontà del Signore. E non ubriacatevi di vino, che fa perdere il controllo di sé; siate invece ricolmi dello Spirito, intrattenendovi fra voi con salmi, inni, canti ispirati, cantando e inneggiando al Signore con il vostro cuore, rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo (Ef 5,15-20).
Raccogliamo l’avvertimento di S. Paolo che ci sprona ad essere saggi e non stolti: fare un buon uso del tempo, non perdere il controllo di noi stessi, lasciarci riempire dallo Spirito.
Essere saggi vuol dire far frutto di quanto ci accade: il lavoro, gli incontri e gli scontri, le delusioni e la amarezze.
Facciamo “palestra spirituale”: alleniamo i muscoli del cuore, dell’intelligenza e dell’anima, piano piano impareremo a pregare, a cantare, a lodare Dio proprio in queste situazioni.
Ubriacarsi di vino è in maniera palese un modo di fuggire dalla realtà: ma quanti tipi di “vino” diverso posso bere per cercare di estraniarmi da me stesso e dalla mia vita!
Non accettarmi, sentirmi inutile, sentirmi sull’orlo del fallimento: questi pensieri mi “ubriacano” fino al punto di non credere più in me stesso, nella mia dignità di figlio di Dio, amato da Lui fin dall’inizio dei tempi; creato dal suo amore unico e irripetibile.
O Signore, Pane della vita, custodisci la mia bocca perché possa esprimere parole di bene verso di te, verso me stesso, verso i miei fratelli.
Rafforzato dal tuo cibo possa rimanere lontano da ciò che in pensieri e sentimenti mi conduce lontano da te, nella tristezza e nella solitudine. Aiutami a cercare e perseguire sempre la pace (Cfr Sl 33).
Gesù ce lo assicura: se mangiamo la sua carne e beviamo il suo sangue vivremo in eterno; questa vita eterna è già dentro di noi come un cibo che si trasforma in alimento per il corpo, così “mangiare” la sua carne vuol dire diventare simili a Lui ( Cfr Gv 6,51-58).
Abbiamo già ora la vita eterna, perché il cibo che mangiamo è la sua carne risorta. Entriamo in una dimensione vitale che scaccia ogni dubbio, ferma ogni tremore. Il Signore Gesù ci mette in mano gli alimenti, a noi assimilarli!
Signore Gesù,
ti prego oggi perché voglio che tu sia la forza della mia vita.
Tu conosci quello che mi appesantisce il cuore,
conosci le mie tristezze passate,
sai che le nubi ogni tanto oscurano senza speranza
il sole delle mie giornate;
ma io ho fiducia in Te , Signore,
so che tu sei sempre dentro di me,
non mi abbandoni mai,riempi la solitudine,
rallegri la giornata,dai senso al mio futuro.
Voglio in questo momento riprendere il cammino,
aiutami a guardare il positivo che c’è in me e intorno a me; con lo sguardo luminoso di speranza
continuerò la palestra del cuore, dell’intelligenza, dell’anima.
Allontana da me ogni tentazione, sostienimi nell’affrontarle;
ogni volta che la fatica di andare avanti mi assalirà, cercherò di superarla portando intorno a me un sorriso di “buongiorno” carico di speranza. Amen!
Le Sorelle Carmelitane
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