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Monastero Mater Carmeli Biella
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Madre Candelaria di San Giuseppe (1 febbraio)

La vita, la storia

maMadre CandelariaMadre Candelaria di S. Giuseppe (al sec. Susanna Paz-Castillo Ramírez) nacque in Altagracia de Orituco (Guárico, Venezuela) l’11 agosto 1863, terza figlia di Francisco de Paula Paz Castillo. Visse in una famiglia cristiana, dove respirò un clima di onestà e rispetto, di semplicità e laboriosità. Restata presto orfana, si occupò dei suoi fratelli più piccoli, e la sua carità la spinse a prendersi cura dei poveri e dei malati, utilizzando anche una casa semi abbandonata accanto alla chiesa parrocchiale per questo scopo.

All’inizio del XX sec. il Venezuela attraversò un periodo difficile con turbolenze politiche, economiche e sociali a seguito della cosiddetta “rivoluzione liberatrice” del 1901. Madre Candelaria, in questo tempo di grandi prove, asistettè e curò ammalati e feriti in un ospedale improvvisato, offrendo amore e consolazione. Da questa esperienza, nacque in lei il desiderio che divenne realtà, di dedicare una congregazione religiosa per l’assistenza dei poveri e degli infermi. Con altri giovani della sua città natale, alcuni medici e il sostegno del sacerdote della parrocchia di Altagracia de Orituco, nel 1903 si aprì l’ospedale “San Antonio”. Qui maturò la trasformazione del gruppo di ragazze che seguiva Madre Candelaria a congregazione religiosa il 31 dicembre 1910. Tra il 1916 ed il '17 diede vita ad altri ospedali, ad un collegio, ad una piccola scuola e si occupò dei senza tetto, degli ammalati, delle fanciulle sole e povere, il tutto senza rendite, affidandosi solo alla divina Provvidenza.

In seguito, nel 1925, la congregazione veniva aggregata all’Ordine Carmelitano e si diffuse con varie fondazioni in Venezuela.

Madre Candelaria dal carattere affabile e modesto, non sopportava vedere la sofferenza negli altri, per questo era sempre pronta ad aiutare con viso sereno e gioioso trasmettendo il suo amore e la sua fiducia in Dio misericordioso. Pur impegnata come superiora della sua congregazione, (che diresse per 35 anni), continuò a dedicarsi ai poveri e agli infermi, dando grande testimonianza a tutte le sue religiose. Dal gennaio all’aprile del 1929 si prodigò a Cumanà, per i colpiti dal terribile terremoto e i tanti malati di vaiolo, in seguito all’epidemia che procurò quella sciagura.

Nel 1937 rinunciò per motivi di salute, al suo servizio di superiora generale, e l’anno successivo fu costretta all’immobilità a causa di un’artrite deformante. Si spense santamente, pronunciando per tre volte il nome di Gesù, il 31 gennaio 1940, dopo anni di malattia vissuta con ammirabile pazienza, nel fiducioso abbandono in Dio che sostiene chi confida in Lui.

La vita di questa donna venezuelana passata tra i bisognosi si contraddistinse per l’umiltà e la carità instancabile, profonda fede e preghiera con un grande amore a Cristo e alla Chiesa servita nei poveri. Si occupò anche della formazione dei bambini, incarico che lasciò come eredità alle sue figlie carmelitane, oggi conosciute come religiose carmelitane della Madre Candelaria.

La fama di santità già diffusa in vita, crebbe considerevolmente dopo la sua morte. Il 19 aprile 2004 fu dichiarata l’eroicità delle sue virtù. Il 6 luglio 2007 ci fu il riconoscimento di un miracolo avvenuto per sua intercessione. Il 27 aprile 2008 papa Benedetto XVI la proclamava beata; Caracas e tutto il Venezuela fu in festa con la Chiesa per la prima beata venezuelana.

 

La preghiera carmelitana

La liturgia è dal comune delle vergini, con salmodia del giorno del salterio. I testi propri sono l’orazione colletta e la seconda lettura dell’Ufficio delle Letture.

La preghiera sottolinea la carità che ha animato tutta la vita della Madre Candelaria, essa è segno di come solo una vita vissuta nell’amore abbia davvero significato.

La seconda lettura riporta il testo scritto alle sue religiose quando dette le dimissioni da superiora a motivo della sua salute. Esso costituisce come un testamento spirituale, presenta diversi consigli pratici carichi di amore e premura, e un invito alle sue religiose a collaborare ed accogliere la nuova superiora, continuando il cammino di santità.

 

Per approfondire

Fonti usate:

Celebrare i nostri santi, Emanuele Boaga, Edizioni Carmelitane Roma, 2009.

Santi carmelitani

Santi e beati

 
Proponiamo la parabola del buon Samaritano dal vangelo di S. Luca (10,29-34. 36-37), come spunto di riflessione e preghiera, perché la vita e l’esempio della B. Madre Candelaria possa produrre frutti di santità anche nella nostra vita di tutti i giorni.

«Chi è il mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passo oltre. Anche un levita giunto in quel luogo vide e passò oltre. Invece un Samaritano che era in viaggio, passandogli accanto vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così ».

 

Preghiamo

O Madre Candelaria tutta la tua vita è stata spinta, guidata, orientata dall’amore. Un amore pieno di compassione che ha visto e si è fatto carico dei pesi dei fratelli più bisognosi, condividendo disagi, povertà e sofferenza, ma anche fede, speranza e carità. Ti chiediamo di aiutarci ad accogliere l’amore di Cristo nel nostro cuore, e a lasciare che quest’amore diventi la bussola sicura che guida i nostri passi sulla strada dell’incontro con i fratelli, insegnaci il tuo grande coraggio.

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