Nessuna scusa
XV Domenica del Tempo Ordinario
( 10 luglio 2022 )
Gesù evita qualunque tipo di discussione saccente attorno al problema di sapere se qualcuno che non è ebreo, oppure è un ebreo peccatore, ha il diritto di aspettarsi il nostro aiuto. La domanda da porsi non è mai questa. Gesù va oltre i ragionamenti umani che portano ad etichettare ed escludere. Porta invece l’esempio di un Samaritano. Questi era visto dai pii ebrei come uno scismatico, addirittura come un pagano, un ateo diremmo noi. Ma solo quest’uomo in realtà è stato capace di fare del bene in modo naturale, seguendo la voce del suo cuore e la retta coscienza. Invece i due religiosi se ne sono disinteressati altamente. Per questo a chi lo interroga su chi sia il prossimo da amare, Gesù sottolinea per ben due volte: «Agisci seguendo il comandamento principale e vivrai davvero!». Non è questione di fare o non fare: è piuttosto una decisione personale di volere aderire nel momento presente a ciò che è bene compiere, perché è inscritto nella coscienza che il nostro Creatore ci ha donato. Questo naturale agire con compassione verso chi ha bisogno del nostro aiuto, questo chinarsi sulle necessità di chi è in una condizione momentaneamente inferiore alla nostra, questo unico sapere, che è materno e paterno al tempo stesso, ci è stato già dato e per questo lo possiamo praticare.
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