Una vicinanza per amare "non-stop"

Dal 4 giugno 2005 la nostra vita di Monache carmelitane affianca la realtà Casa del Giovane, secondo il desiderio profetico di don Enzo Boschetti (già carmelitano), suo fondatore.

denzoabiella.jpgLo Spirito Santo che guida e intreccia le nostre vite ha benedetto e confermato l'idea originale del "Don" e così non solo spiritualmente da lontano - veniamo infatti da un Monastero in provincia di Roma (Carpineto Romano) - ma anche con la nostra presenza "tangibile" siamo accanto a una delle sue Comunità.

La nostra vicinanza è in armonia con il nostro stile di vita e vocazione di monache carmelitane con clausura: non svolgiamo, cioè un servizio fattivo di "operatori",pur tuttavia ci sentiamo quotidianamente a servizio "non-stop" per comunicare a questi nostri fratelli, attraverso la preghiera, un rinnovato amore alla vita.

Piccoli gesti di amicizia stanno costruendo ponti per incontrarsi nella luce e nella speranza del Vangelo e come scherzosamente diciamo: i ragazzi sentono arrivare al loro cuore il "bombardamento" della preghiera, del costante ricordo per loro al Signore da parte delle loro "vicine di casa"!

Un ricordo che si fa memoria delle tappe significative: un foglio affisso nella nostra sala comunitaria ci ricorda i compleanni di ciascuno e in quell'occasione la preghiera si fa più viva e personale... sostenuta magari da un piccolo, semplice pensiero.

L'amore di donazione fa mettere le ali alla fantasia e allora tutto è mezzo per amare e non per "schedare", l'amore annulla le palizzate.

Nella settimana condividiamo con i nostri fratelli della "Casa Speranza" (cioè la struttura della Casa del Giovane di Pavia presente qui a Biella Chiavazza) due celebrazioni eucaristiche nella Cappella del Monastero: la loro presenza dona sicuramente gioia al Signore, come a noi e agli altri fedeli che partecipano...la Cappella,casa di Dio, è di chiunque vi approdi ,un'oasi dove trovare ristoro e sentirsi in famiglia.

L'ambiente piccolo e raccolto favorisce lo scambio e l'amicizia, grazie al calore umano che ognuno può respirare attraverso un sorriso, una stretta di mano, un ricordo assicurato.

La Cappella diventa così segno di ecclesialità, quando ognuno riesce a mettere in comune il proprio dono ricevuto: un canto condiviso, una lettura proclamata, una preghiera dei fedeli partecipata.

Il nostro carisma carmelitano ci chiama a condividere questa certezza di fede: facciamo tutti parte di un unico Corpo, siamo legati gli uni agli altri come le membra del corpo.

Guardare il fratello,la sorella con questa consapevolezza vuol dire iniziare un viaggio di vita insieme, ricordando che il fratello sorretto da un altro fratello è come una roccaforte.

«Iniziamo il viaggio della nostra trasformazione quando sentiamo Dio che ci chiama a considerare seriamente la nostra relazione con Lui, e quando rispondiamo in qualche modo. La nostra vocazione è essere trasformati da Dio per diventare come Lui, imparando a guardare con i suoi occhi e ad amare con il suo cuore. Ognuno ha la propria strada da percorrere,la propria vita da vivere» (Joseph Chalmers, Priore Generale del Carmelo.).

Maria, Madre del Carmelo, custode della Vita che nasce, guidi i passi di tutti noi su questa strada di luminosa speranza!

 

Le Sorelle Carmelitane