Famiglia, luogo dell’amore custodito

Famiglia, luogo dell’amore custodito

Sinodo della famiglia
In preghiera per il Sinodo. In cammino con il Sinodo.

Famiglia, luogo dell’amore custodito Famiglia, luogo dell’amore custodito

 

Mentre si sta svolgendo a Roma il Sinodo riguardante la famiglia, come sorelle carmelitane ci siamo interrogate sulla nostra modalità di partecipazione: ogni evento ecclesiale ci sollecita, perché ci sentiamo parte di questo Corpo di Cristo che è la Chiesa.

Qual è l’impegno che abbiamo abbracciato? Sicuramente quello di fare memoria ogni giorno dei lavori che l’Assemblea sinodale sta volgendo, approfondendone gli studi e le direttive. Poi nel concreto abbiamo pensato che la prima sfida da raccogliere è quella di riscoprire la nostra identità di comunità monastica, rivalorizzandola e vivendola come una “famiglia”: questo ci aiuterà a vivere in solidarietà con tutte le famiglie del mondo.

Anche il nostro piccolo Monastero, che è presente nella Diocesi di Biella da appena nove anni, è luogo di accoglienza e ascolto, passaggio dei dolori e delle sofferenze che ogni famiglia sperimenta nel suo quotidiano. Genitori e figli, mariti e mogli, fidanzati, uomini e donne in ricerca: nei nostri colloqui spirituali in parlatorio lo spaccato della vita entra nel nostro cuore e noi come sorelle lo deponiamo sull’altare perché il Signore posi la sua carezza di consolazione sulle ferite di ciascuno, potenzi con il suo Spirito i desideri di vita, diradi le nebbie dei dubbi e delle divisioni.

Davanti a tanti problemi cosa può fare una claustrale? Se la Chiesa è un ospedale da campo come ha detto papa Francesco, noi ci sentiamo delle infermiere spirituali! Possiamo testimoniare che lì dove entra il Signore avvengono guarigioni interiori e cambiamento di vita. Dio riparatore di brecce, con le macerie di quanto abbiamo infranto continua a costruire la nostra storia di salvezza. La preghiera è il segreto dell’evangelizzazione che parla attraverso il segno di un’esistenza che Dio chiama al nascondimento, ma che Lui stesso pone poi come lampada sul monte, perché in molti possano attingere vigore spirituale per il cammino.

Il primo novembre del 1982, ad Avila, accogliendo una vasta rappresentanza della vita contemplativa femminile, S. Giovanni Paolo II prospettò, anche alla vita claustrale femminile, la possibilità di un impegno più diretto nell’opera di evangelizzazione.

«I vostri monasteri – disse – sono comunità di orazione in mezzo alle comunità cristiane, alle quali date aiuto, alimento e speranza. Sono luoghi consacrati e potranno essere anche centri di accoglienza cristiana per quelle persone, soprattutto giovani, che spesso vanno cercando una vita semplice e trasparente, in contrasto con quella che viene loro offerta dalla società dei consumi».

L’opera evangelizzatrice di una comunità claustrale passa primariamente attraverso il canale della preghiera. Una preghiera che si fa vita e che diventa quindi evangelizzazione. Pregare è, come dice S.Paolo, fare tutto nel nome di Gesù, “sia che mangiamo sia che dormiamo”.

È questo il segreto della evangelizzazione che parla attraverso il segno di una vita che Dio chiama a vivere nel nascondimento, ma che Lui stesso pone poi come lampada sul monte, perché in molti possano attingere vigore spirituale per il proprio cammino di vita.

La famiglia è il luogo dell’amore custodito, è questo che cerchiamo di trasmettere ai fratelli e sorelle che ci avvicinano, che sentono la chiamata ad una vita di coppia, ma tremano dentro di loro pensando alle tante difficoltà di cammino insieme. Con la nostra vita fatta di fiducia e abbandono in Dio vogliamo dire che il Signore chiama in continuazione ciascuno di noi per aiutare ad uscire dalla prigione del falso sé e condurre verso la libertà dei figli di Dio; solo in questa libertà di amore la coppia, come ogni altra convivenza umana, può essere stabile e resistere ai marosi e al tempo. Quando il cuore dell’uomo si apre alla grazia, allora le trasformazioni della vita diventano storie di meraviglie e noi ne siamo testimoni. A nome e per tutte le famiglie vogliamo dire: “O Padre, ti preghiamo di mantenere vivo il nostro amore. Aiutaci nelle nostre decisioni. Donaci forza per superare insieme ogni prova. Rinnova in ogni famiglia, ogni giorno, la grazia del Sacramento che tu hai donato loro. Amen”.

Sr Maria Aurora della Risurrezione e sorelle carmelitane di Biella

La preghiera di papa Francesco alla Santa Famiglia La preghiera di papa Francesco alla Santa Famiglia

Quell'aiuto nascosto ai lavori che viene dalla clausura Quell'aiuto nascosto ai lavori che viene dalla clausura
Donatella Coalova, Avvenire, 9 ottobre 2014