"Siate santi, perchè io, il Signore Dio vostro, sono santo" (Lv 19, 2).

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  da un'omelia di papa Giovanni Paolo II

 

 

Con queste parole Dio, parlando a Mosè nel contesto dell’Antica Alleanza, chiama Israele ad una vita di comunione con Lui. La santità di Dio è costantemente al centro della liturgia della Chiesa. Celebrando l’Eucaristia, infatti, l’assemblea proclama questa santità che è Dio stesso: "Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell’universo", e voi l’avete fatto con grande entusiasmo.

 

La santità di Dio ci viene comunicata in Cristo. Da questa santità ha origine l’Eucaristia, il grande "mistero della fede". Quando la celebriamo o, meglio, quando Cristo la celebra mediante il sacerdote, abbiamo la consapevolezza di attingere la santità per la nostra vita da Colui che è "fonte di ogni santità".

 

Da questa certezza di fede scaturisce nell’animo dei credenti l’inno di lode e di ringraziamento suggerito dal Salmo responsoriale: "Benedici il Signore, anima mia, quanto è in me benedica il suo santo nome" (Sal 102, 1). Poiché "buono e pietoso è il Signore... Egli perdona tutte le tue colpe" (Sal 102, 8.3). Egli, che è per se stesso Santo, santifica ogni essere, comunicando alle creature spirituali, mediante la grazia, la santità che gli è propria.

2. La santità di Dio consiste nella sua perfezione e, allo stesso tempo, diventa una chiamata per l’uomo. L’esortazione, che nell’Antico Testamento fu indirizzata a Mosè, viene ripresa da Cristo nel cosiddetto "Discorso della Montagna": "Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste" (Mt 5, 48).

 

Questa perfezione, cioè la santità di Dio, coincide con la pienezza dell’amore. Nell’odierno brano evangelico Cristo propone a coloro che lo ascoltano le grandi esigenze dell’amore, giungendo fino a proclamare il dovere di amare i nemici. "Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste" (Mt 5, 43-45).

 

Cristo offre la motivazione più profonda di un amore tanto esigente: amate i nemici, amate i persecutori, perché Dio ama tutti. Egli, infatti, "fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti" (Mt 5, 45). Per questo anche voi dovete cercare di amare tutti, senza nessuna esclusione! Certo, si tratta di un’esigenza difficile, ma "l’amore di Dio è veramente perfetto" soltanto in colui che "osserva la sua parola" (cf. 1 Gv 2, 5). In tale impegnativo compito di conformarci alla santità di Dio, amando come Lui ama, ci conforta la presenza dello Spirito Santo, Spirito di amore: "Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?" (1 Cor 3, 16).