La valigetta di Papa Francesco

La valigetta di Papa Francesco

La valigetta di Papa Francesco
Riflessioni post GMG 2013

La valigetta di Papa Francesco La valigetta di Papa Francesco

 

Tutte pronte con la preghiera e l’entusiasmo ci eravamo preparate a partire con il Papa per Rio!

Ogni Giornata mondiale della Gioventù ci sta a cuore perché è una esplosione di speranza ed è un momento forte per noi, sorelle carmelitane di clausura, per ritrovarci misteriosamente presenti tra i milioni di giovani in festa.

Eravamo, dunque, pronte per partire utilizzando anche le informazioni della TV, Sat 2000, e dei giornali, per seguire gli appuntamenti; poi lo sguardo si posa su Papa Francesco, nella sua semplicità di viaggiatore comune che sale la scaletta dell’aereo, alzandosi un po’ la talare bianca per non inciampare e tenendo nella mano sinistra una valigetta nera, visibilmente usata.

Un Papa vestito di bianco. Una valigetta nera dal contenuto misterioso …!

Passano i giorni e gli appuntamenti si succedono nel vortice della folla – folla di persone ognuno con un nome, non folla anonima - folla di figli di Dio che riconoscono il loro Pastore e che vengono raggiunti dallo sguardo vivo, dalla carezza, dal bacio del loro Pastore.

Per noi europei dalla mente stanca tutto sembra quasi esagerato … la troppa vicinanza della gente, la poca sicurezza, il troppo rumore.

Ma se la fede fosse proprio questo troppo che viene invece ad animare la vita?!

Se fosse questo troppo che permette di avere ancora speranza di vita anche in una favela?!

E se proprio nel manifestare questo troppo amore fosse la via evangelica che Gesù ci ha proposto duemila anni fa?!

La nostra mente stanca, la nostra speranza spenta, si sono rianimate, bagnate da quelle onde dello Spirito che hanno rinfrescato la spiaggia di Copacabana!

Alla cultura del troppo spreco egoistico abbiamo capito che è possibile proporre la cultura del troppo amore gratuito. Quell’amore che fece spezzare il vasetto di alabastro alla donna del vangelo, per lavare con il profumo prezioso il capo del Maestro (Mc 14, 1-9).

Lo stesso amore che ha spinto quel fratello brasiliano a donare la sua bibita al Papa, come un altro gli aveva donato uno zucchetto bianco cucito da lui.

Gesti che fanno storia. Gesti che cambiano la storia.

E così arriva per Francesco il giorno della partenza da Rio de Janeiro: “Sono stanco, ma contento. È stato un viaggio bello; spiritualmente mi ha fatto bene. Trovare la gente fa bene, possiamo sempre ricevere tante cose belle dagli altri”.

Ma la famosa valigetta nera dove è rimasta?!   

È proprio nel viaggio di ritorno che il Papa, in dialogo con i giornalisti, svela il grande mistero del contenuto: « Non c’era la chiave della bomba atomica! Ma la portavo perché sempre ho fatto così. E dentro cosa c’è? C’è il rasoio, c’è il breviario, c’è l’agenda, c’è un libro da leggere – ne ho portato uno su Santa Teresina di cui io sono devoto … io sempre sono andato con la borsa quando viaggio: è normale. Ma dobbiamo essere normali! ».

Ed ecco che il nostro cuore di carmelitane ha sobbalzato: un libro e che libro!

Un libro su Santa Teresa di Lisieux, monaca carmelitana francese di cui il Papa è devoto.

Teresina, la grande missionaria rimasta ferma nella sua vita nello stretto della clausura. Teresina, la grande missionaria che è arrivata fino ai confini della terra spendendo la sua vita nella semplicità di un Carmelo, nel ritmo cadenzato della preghiera e nella condivisione fraterna.

Sentiamo ancora di più che questa GMG di Rio è stata anche nostra: come carmelitane eravamo con il Papa in quella valigetta nera insieme a S.Teresina!

E come carmelitane biellesi eravamo con il Papa anche insieme al beato Pier Giorgio Frassati! Questo giovane piemontese scelto anche lui come protettore dell’ evento, che così scriveva: « Finché la fede mi darà la forza sarò sempre allegro. Ogni cattolico non può non essere allegro; la tristezza deve essere bandita dagli animi dei cattolici! ».

Vogliamo ora continuare ad essere per la Chiesa dono di un cuore che batte, che batte di amore perché tutto il corpo “ben compaginato e connesso” – come direbbe S.Paolo, Ef 4,16 – cammini spedito con fiducia verso Cristo, nostro orizzonte di speranza.

“Non mi pento di essermi donata all’Amore!”, scriveva Teresina prima di morire in Monastero all’età di 24 anni. L’amore non delude, pieno compimento di ogni desiderio è l’Amore.

Grazie Papa Francesco per avercelo ricordato! Grazie ragazzi della GMG 2013 per averci donato il vostro entusiasmo brasileiro!

Le vostre Sorelle carmelitane